Agosto 19th, 2009

Diario trevigiano

a cura di Franco Piol 

Sono Sandali e Satini

le star del giro del Lago di Alleghe

  Paolo Sandali e Stefania Satini sono i vincitori della 30esima edizione del giro del Lago di Alleghe, competizione di corsa in montagna (sulle sponde dell’omonimo lago) da tre lustri proposta alla vigilia del ferragosto dal gruppo Alpini Monte Civetta di Alleghe. Una competizione dai grandi numeri, anche quest’anno oltre 1000 partecipanti, 1027 per la precisione, ma 174 concorrenti non si sono presentati alla partenza, 66 non hanno invece concluso la gara.
      Classifica generale:
1. Paolo Sandali (Sernaglia) 18′31″, 2. Alessandro Marin (San Tomaso 1082) 19′27″, 3. Ruggero Bertolo (Zoldo) 19′34″, 4. Giuliano Belfiore (Dolomiti) 19′40″, 5. Alessio Lachi (Gregge Ribelle) 19′44″, 6. Ivano Marcon (Dolomiti), 8. Manuel Bratti (Atletica Dolomiti), 9. Luigino Paci (Valtenna), 10. Daniele Recchia (Valdobbiadene), 11. Dino Dai Pra (Atletica Agordina), 12. Franco Della Giacoma (Canale d’Agordo), 13. Eric Puntel, 14. Claudio Lazzarotto (Bassano), 15. Fabrizio De Marco (Frassene), 16. Mirco De Biasi (Dolomiti Belluno), 17. Remis Canal (Atletica Agordina), 18. Fiorello Pianon, 19. Omar Piniè (Alto Agordino), 20. Gianni Conti (Poiana), 21. Gianni Tolot (Alto Agordino), 22. Adi Mortagn (Atletica Agordina), 23.Giorgio Farenzena (Atletica Agordina), 24. Pietro Bolognesi (Pallua), 25. Matteo Dalla Pasqua (Centro), Fabrizio Pitonzo, 27. Stefani Satini (Dolomiti Belluno), 29. Fabio De Zaiacomo (Atletica Agordina), 30. Giorgio Vincenzotti (Brugnera).
      Femminile: 1. Stefania Satini (Dolomiti) 22′40″, 2. Lara Comiotto (Poiana) 23′39″, 3. Angela De Poi (Aldo Moro) 24′00″.
      Vincitori di categoria: Gabriele De Colò (Atletica Agordina), Luca Moret (La Piave 2000),
Paolo Sandali (Sernaglia), Martina Masoch, Francesca De Colò (Atletica Agordina).

Agosto 18th, 2009

Diario trevigiano

a cura di Franco Piol 

Trevigiani protagonisti nel

Gran Premio del Mezzofondo di Trento

  Trevigiani protagonisti nel Gran Premio del Mezzofondo di Trento. La prestigiosa rassegna estiva, interamente dedicata alle gare di corsa prolungata, ha incoronato Arianna Morosin (Industriali Conegliano), prevalsa nella classifica assoluta femminile, davanti alla vicentina Smiderle e alla padovana Mele.
      In campo maschile, terza piazza per
Diego Avon (Jager Vittorio Veneto), preceduto dal trentino Bazzanella e dal marocchino d’adozione emiliana, Abdeddine.
      Molta Marca anche nelle categorie giovanili.
Letizia Titon si è imposta nella categoria allieve davanti a Beatrice Mazzer. Per la volpaghese, nell’ultima gara del circuito, un eccellente 10”04”67 nei 3000 che, oltre ad un ampio personale, significa la seconda prestazione italiana dell’anno a livello under 18.
      Il fratello
Dylan è giunto quarto nella classifica allievi, correndo i 3.000 finali in 8’49”61, ottava prestazione stagionale 2009 (seconda tra i nati nel 1993).
      Davanti a lui, in 8’48”56,
Marco Salvador (Atletica Mogliano), che si è anche piazzato al secondo posto nella classifica generale, precedendo il compagno di squadra Luca Braga.
      Nella categoria ragazzi podio finale per altri due atleti del Mogliano:
Andrea Foscaro e Anna Busatto, entrambi terzi.

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Maurizio Bobbato,

iniziata la rieducazione dopo l’operazione

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Rieducazione in piscina e qualche giorno di vacanza in compagnia dei ragazzi del tecnico Mattiello che si allenano al fresco di Cortina d’Ampezzo. Così, giusto per tornare a respirare il clima della pista e del cronometro.
      Mentre l’atletica fa passerella ai Mondiali di Berlino,
Maurizio Bobbato ha trascorso un Ferragosto diverso dal solito. Un mese fa, il 15 luglio, l’ottocentista castellano si è operato al tendine d’Achille della gamba sinistra: il professor Benazzo, a Pavia, gli ha limato uno speroncino osseo che, sfregando sul tendine, glielo infiammava. Un intervento tutto sommato di routine, ma che richiede una lunga e prudente rieducazione.
      Per Bobbato è la seconda stagione consecutiva persa per infortunio. Nel 2008 una microfrattura gli ha impedito di cercare la qualificazione olimpica. Ora questo nuovo problema, emerso nei primi mesi dell’anno, quando l’ottocentista stava preparando la partecipazione agli Europei indoor di Torino.
      «Ormai me ne sono fatta una ragione – spiega Maurizio -. Tanto vale fare le cose con calma e pensare già alla prossima estate. In questi giorni sto iniziando ad abbandonare le stampelle, dopo che per tre settimane non ho neppure appoggiato il piede a terra. Inizialmente mi sembrava di avere un pezzo di legno al posto del tendine, ora va meglio. Ma so che non devo avere fretta».
      Il biennio da dimenticare di Bobbato è giunto a conclusione di un periodo in cui il carabiniere, al culmine di una carriera non esplosiva ma cresciuta gradualmente, si era ritagliato uno spazio di grande evidenza nel panorama del mezzofondo veloce azzurro: tra il 2005 e il 2007 l’atleta di Treville ha conquistato cinque titoli italiani assoluti, tra gare indoor e outdoor, e ha vissuto una giornata indimenticabile agli Europei al coperto di Birmingham, il 4 marzo 2007, quando, da outsider, è arrivato sino al podio. E’ un po’ come se la buona sorte avesse deciso di riprendersi, tutto assieme, quello che gli aveva concesso in un biennio di successi e risultati cronometrici in continua ascesa.
      «Vado in piscina a Castello di Godego due volte alla settimana – continua Bobbato -. Presto aumenterò le sedute di rieducazione e cercherò di sollecitare gradualmente il tendine. Spero di tornare a correre tra ottobre e novembre. Salterò la stagione indoor, anche perché la pista a sviluppo ridotto sottopone i tendini a tensioni esagerate, e per la primavera dovrei essere a posto: il 2010 è l’anno degli Europei di Barcellona, un obiettivo alla portata. Ho una grande voglia di rivincita».
      Per il mezzofondo azzurro il 2009 non sembra una stagione particolarmente positiva: oltre a Bobbato, tra gli ottocentisti, hanno avuto problemi anche Longo, Sciandra e Benedetti. A Berlino, sul doppio giro di pista, l’Italia presenterà solo il talentino Rifeser.
      «In questo ultimo periodo mi sono chiesto il perché di tanti infortuni simili al mio. Non soltanto Longo: anche l’ostacolista Carabelli, il quattrocentista Marin, la maratoneta Toniolo sono finiti sotto i ferri a causa di uno sperone osseo. Forse è colpa delle calzature, troppo leggere e troppo poco protettive, che usiamo per correre. Non può essere un caso. Anche se per me spero che il peggio sia passato».

Agosto 17th, 2009

Diario trevigiano

a cura di Franco Piol 

BOLT RISCRIVE

LA STORIA DEI 100m - 9″58 -

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Incredibile primato mondiale del giamaicano nella finale dei 100 metri:
record migliorato di 11 centesimi.
Argento a Gay (9″71) e bronzo a Powell.
Usain Bolt ha vinto il titolo mondiale dei 100 metri correndo con lo strepitoso tempo di 9″58, abbassando di 11 centesimi il record del mondo che gli apparteneva. Secondo Tyson Gay in 9″71 (primato statunitense) e terzo Asafa Powell (9″84). L’attesa per questa finale era spasmodica, anche per quanto fatto vedere da Usain Bolt in semifinale: prima ha provocato una falsa partenza, poi ha dominato la batteria con uno straordinario 9″89, ma ancora una volta ha smesso di correre a quaranta metri dal traguardo, guardandosi intorno per controllare la posizione dei rivali. Prima dell’avvio giusto, ci sono state due false partenze: la prima insolitamente provocata da Bolt, e la seconda del britannico Tyrone Edgar, che di conseguenza è stato fermato dai giudici. Nell’altra semifinale Gay, uscito in ritardo dai blocchi, ha rimontato e superato Powell: l’americano ha chiuso al primo posto in 9″93, il giamaicano è arrivato secondo in 9″95.

Difficile non mettere un pizzico d’enfasi. Difficile non scivolare nella retorica dopo aver visto quel che si è visto a Berlino. Ma questa sera, probabilmente, Usain Bolt ha voltato pagina nel libro della storia dello sport. Il suo record dei 100 metri di Pechino, 9.69, frantumato. Polverizzato. Liquefatto. Il display dice 9.58, la cifra del limite portato ben oltre l’estremo, annientando un duro come Tyson Gay, protagonista - involontario - di un altro record: quello di essere “solo” secondo con un tempo come 9.71 (ovviamente primato USA), tredici centesimi dopo l’uragano Bolt, tredici centesimi prima di un finalmente reattivo Asaf Powell, bronzo in 9.84. Cifre da leggenda, nello stadio delle leggende atletiche, nello stadio di Jesse Owens, da oggi, con ogni probabilità, “anche” lo stadio di Usain Bolt. Avvio strepitoso per tutti e tre, quasi sulla stessa linea, ma con il giamaicano (quello d’oro) probabilmente un pizzico avanti, Powell a menare zampate poderose, Gay a mulinare le gambe alle solite frequenze vicine al fuori giri. Bolt corre, stavolta corre, spinge sul serio, non si lascia andare come a Pechino lo scorso anno; solo gli ultimi tre appoggi non sono completamente in spinta, ma il rilassamento probabilmente non produce perdite sostanziali in termini cronometrici. Il solco è scavato, c’è luce, e che luce, tra l’uomo fulmine e gli inseguitori, fino al tuffo sul traguardo: 9.58, il boato dei 70.000 dell’Olympiastadion, la percezione, in tutti, di aver vissuto qualcosa di epico. Scatta il balletto tutto giamaicano intorno all’anello blu, Bolt costringe Powell a mimare passi di danza, poi dribbla la telecamera manco fosse Maradona; Gay sembra una tigre in gabbia, ma poi cede all’esultanza, sempre contenuta, per l’argento più prezioso, quello destinato agli umani. Inizia l’interminabile processione di interviste, un’ora dopo Bolt è ancora preda delle tv, mentre tutti cominciano a pensare al nuovo prodigio. E a chiedersi: cos’altro vedremo a Berlino, tra 200 metri e staffetta 4×100? Cos’altro sarà capace di fare questo giocherellone d’ebano, che ha passato i pomeriggi in Hotel a sfidare compagni e avversari al calcio balilla? L’atletica vola in una nuova dimensione. La porta con sé, sotto braccio, un ragazzo alto e sottile. Che diverte e si diverte, sogna e fa sognare. Trascinando quel vecchio gioco del correre, saltare, lanciare, marciare. Athletics. Global sport.

m.s.

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Scritto da Diego Cacchiarelli   
Domenica 16 Agosto 2009 21:50
Non ci sono parole, solo stupore, ammirazione e la certezza di aver visto un evento che rimarrà nella storia dello sport. Usain Bolt corre col nuovo tempo del record del mondo nella finale dei 100 uomini ai Campionati Mondiali di Berlino. Per lui l’incredibile tempo di 9″58 che migliora il mondiale, già suo, di ben 11 centesimi, in pratica un eternità nel mondo della velocità. Dietro di lui, trascinati del vento della leggenda, un convincente Tyson Gay che chiude la gara nel nuovo record americano di 9″71. Terzo Asafa Powell in 9″84. Mai nella storia della velocità un podio era stato così veloce e bello. Uno spettacolo sportivo assoluto!

Agosto 16th, 2009

Diario trevigiano

a cura di Franco Piol 

Ancora un lutto:

Andrea Condotta muore in montagna

  

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  Ancora un lutto per l’atletica regionale. Un mese dopo Massimiliano Corso, un altro atleta veneto è rimasto vittima di un incidente in montagna. Andrea Condotta, 36 anni, di Piombino Dese, mezzofondista di livello amatoriale, ha perso la vita in Val Vajont, nel Comune di Erto e Casso (Pordenone), dove pare stesse svolgendo un allenamento in preparazione ad una corsa in montagna. Sembra che, a causa della pioggia battente, Condotta abbia sbagliato sentiero, scivolando sulle rocce per un centinaio di metri e finendo, dopo un tragico volo, sul greto del torrente Vajont, dove il suo corpo è stato recuperato, ormai senza vita, dagli uomini del Soccorso alpino. Condotta era tesserato per una società trevigiana, il Montello Runners Club, e collaborava, con un ruolo di primo piano, nell’organizzazione della 10 Miglia del Montello, la gara primaverile ideata da Salvatore Bettiol e Bruna GenoveseIl Comitato regionale e tutta l’atletica veneta partecipano, con cordoglio, al dolore della famiglia e dei conoscenti.  

Nell’immagine d’archivio, atleti impegnati in una corsa in montagna 

La passione

per la corsa ha tradito Andrea Condotta

 Cimolais

  
      La passione per la corsa in montagna ha tradito
Andrea Condotta, 36 anni, di Piombino Dese (Padova), rimasto vittima di un incidente nella tarda serata di giovedì, a Cimolais. Si stava allenando per i 140 chilometri sul Monte Bianco e aveva scelto l’Alta Valcellina, in provincia di Pordenone, per la rifinitura. Negli ultimi giorni il giovane aveva già affrontato, con successo, numerosi itinerari che aveva scrupolosamente comunicato ai suoi congiunti. Uno zelo che si è poi rivelato utile per il suo ritrovamento, anche se non è servito a salvargli la vita. Sul posto sono arrivati la mamma, Giovanna, l’ultima ad averlo sentito, e il papà Elia. Il fratello Paolo, la sorella Maria Luisa, e la fidanzata, Chiara. Andrea, tecnico di macchine utensili in cassa integrazione, aveva praticato anche parapendio e paracadutismo. A Erto era stato in vacanza con Chiara.
      Giovedì sera, attorno alle 18, dopo aver già affrontato, nel corso della giornata, una prima volta in salita, la zona a cavallo tra Erto e Cimolais, Condotta ha intrapreso il tragitto molto tecnico, che da casera Ditta conduce a casera Ferron. Di lì avrebbe dovuto puntare verso il fondovalle, raggiungendo Cellino di Claut, dove aveva lasciato l’auto. Per tutto il pomeriggio, nella zona è piovuto e quando l’escursionista ha imboccato la “traversata” stava anche imperversando un temporale. Circostanze che non hanno intimidito l’atleta patavino, che era equipaggiato di tutto punto e aveva una buona esperienza. Probabilmente a causa delle condizioni meteo avverse giunto al bivio per casera Ferron, Condotta deve aver sbagliato strada, finendo su un tracciato definito normalmente impervio anche nelle giornate di bel tempo e quasi inaccessibile con pioggia e vento. Lo sfortunato atleta ha proseguito per alcune centinaia di metri, fino a raggiungere, sempre di corsa, un passaggio molto delicato, costituito da una serie di rocce lisce, che sono divenute una trappola mortale. Nell’affrontare il passaggio che si trova a strapiombo su un burrone, l’escursionista veneto è scivolato e ha fatto un volo di oltre cento metri finendo sul greto del sottostante torrente Vajont, in comune di Cimolais.
      L’allarme è scattato ieri mattina, quando i familiari di Condotta - che conoscevano ogni dettaglio dei suoi spostamenti e i tragitti previsti - si sono preoccupati non avendolo visto rientrare a casa dopo il tour de force sulle vette friulane. Non riuscendo a sentirlo nemmeno al telefono, hanno chiamato il 118, che ha trasferito la richiesta d’aiuto al Soccorso Alpino della Valcellina. Poco dopo le 8, una decina di volontari hanno iniziato a scandagliare il percorso, partendo a ritroso dal luogo dov’era stata parcheggiata la vettura. Non avendo avuto esito le ricerche da terra è stato fatto decollare l’elicottero della Protezione civile regionale del Friuli Venezia Giulia che ha avvistato dall’alto il corpo senza vita dell’uomo. Al medico, sceso col verricello, non è rimasto altro che constatare il decesso, mentre il magistrato della Procura di Pordenone ha concesso il nulla osta per la rimozione della salma che è stata ricomposta nel cimitero di Cimolais.
      «Siamo persuasi che alla base di questo incidente ci sia una tragica fatalità - hanno commentato i soccorritori - La vittima era perfettamente equipaggiata e allenata alle corse in montagna. Determinanti sono state le condizioni atmosferiche, che gli hanno fatto seguire un sentiero totalmente diverso da quello che l’avrebbe portato alla meta». La tragedia potrebbe essere avvenuta verso le 20.30. Le indagini sono condotte dai Carabinieri della locale stazione.

      Lorenzo Padovan

Highlander RUN di Scorzè,

vincono Lazzari e Morosin, secondo Avon

  Si è svolto ieri sera a Scorzè l’Highlander RUN 2009, tradizionale appuntamento di Agosto dell’atletica regionale veneta, splendidamente organizzato dal C.S. Libertas Scorzè.
Sull’insidioso e muscolare percorso allestito dagli organizzatori (circa 350m su 2 giri) e reso bagnato dalla copiosa pioggia scesa fino alla partenza, si sono svolte prima le sue gare di Amatori A e Amatori B e a seguire le gare per le categorie assolute, Maschili e Femminili.
Nella gara elite uomini (12 lap) si è imposto il poliziotto Lorenzo Lazzari (Fiamme Oro PD) che nel decisivo “lap” di finale ha preceduto il trevigiano
Diego Avon (Jager Vittorio Veneto) e il compagno di squadra Fabrizio Sutti (Fiamme Oro PD).
La gara femminile è invece andata a
Arianna Morosin (Industriali Conegliano) che ha preceduto l’800ista trentina Lorenza Canali (Fiamme Azzurre) e la veneziana Giovanna Epis (Forestale).

Agosto 15th, 2009

Diario trevigiano

a cura di Franco Piol

  

BUON FERRAGOSTO A TUTTI VOI

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