DIARIO TREVIGIANO
A cura di Franco Piol
Regionali assoluti, baby Galbieri sempre più veloce
Domani si gareggia a Marcon
Galbieri cresce ancora. Nove giorni dopo il 10″74 di Rossano Veneto, il promettente allievo veronese (bronzo ai Mondiali under 18 di Bressanone 2009), a Vicenza, in occasione del recupero della prima giornata dei campionati regionali assoluti, ha corso i 100 in 10″66, primato stagionale e miglior prestazione italiana di categoria del 2010. Un atleta completamente ritrovato dopo l’infortunio che l’ha fermato a cavallo tra la fine del 2009 e l’inizio di quest’anno. Nell’alto, 1.80 della vicentina Elena Vallortigara, alla prima uscita dopo l’1.91 del record italiano juniores siglato al Decanation di Annecy. Il programma della giornata non è stato completato per problemi di oscurità: i 1500, sia maschili che femminili, saranno disputati sabato 18 settembre, sempre a Vicenza, in concomitanza con i campionati regionali master. Il triplo maschile verrà invece recuperato domenica 19 settembre a Mogliano nel contesto dei campionati regionali allievi e cadetti. Domani, venerdì 17 settembre, a Marcon (Venezia), dalle 18.30, andrà intanto in scena la terza e ultima giornata della rassegna. In palio altri 11 titoli assoluti: sei femminili (200, 800, 5000, asta, disco, marcia) e cinque maschili (200, 800, 5000, disco e marcia). Organizza l’Atletica Biotekna Marcon.
RISULTATI.
Uomini. 100 (v. –0.1 m/s): 1. Giovanni Galbieri (Insieme New Foods Vr) 10″66 (camp. reg. assoluto), 2. Luca Zazzera (Cus Foggia) 10″71, 3. Alex Da Canal (Jager Vittorio Veneto) 10″96 (camp. reg. promesse), 5. Paolo Albanello (Vicentina) 11″14 (camp. reg. juniores). 400: 1. Francesco Costa (Assindustria Pd) 49″04 (camp. reg. assoluto), 2. Luca Molfetta (Cus Padova) 49″97 (camp. reg. promesse), 3. Marco Montagner (Jager Vittorio Veneto) 50″45, 5. Mattia Begheldo (Jager Vittorio Veneto) 51″27 (camp. reg. juniores). Asta: 1. Nicola Albiero (Vicentina) 4.40 (camp. reg. assoluto), 2. Roberto Durante (Quercia Trentingrana) 4.40, 3. Alberto Sgarabotto (Gs Valsugana Trentino) 4.20, 4. Andrea Bizzotto (Biotekna Marcon) 3.80 (camp. reg. juniores).
Donne. 100 (-0.2): 1. Francesca Dambruoso (Vicentina) 12″46 (camp.ssa reg. assoluta), 2. Anna Coltro (Bentegodi) 12″51, 3. Federica Volpin (FF.OO.) 12″79 (camp.ssa reg. promesse), 4. Ilaria Cavallin (S. Giacomo Banca della Marca) 13″00 (camp.ssa reg. juniores). 400: 1. Aida Valente (Vicentina) 56″76 (camp.ssa reg. assoluta), 2. Silvia Marsiglio (Assindustria Pd) 58″13 (camp.ssa reg. promesse), 3. Nicole Pozzer (Vicentina) 59″75 (camp.ssa reg. juniores). Alto: 1. Elena Vallortigara (Assindustria Pd) 1.80 (camp.ssa reg. assoluta e juniores), 2. Alida Carli (Vicentina) 1.65, 3. Sofia Sartori (G.A. Bassano) 1.60. Triplo: 1. Giulia Agostini (Bentegodi) 12.13/+0.2 (camp.ssa reg. assoluta), 2. Arianna Scattolin (Quercia Trentingrana) 12.07 (+0.2), 3. Martina Bellio (Asi Veneto) 11.99/+0.2 (camp.ssa reg. juniores), 4. Erica Nicolis (Valpolicella) 11.40 (+0.2). Peso: 1. Francesca Stevanato (Audace Noale) 13.88 (camp.ssa reg. assoluta e juniores), 2. Flavia Severin (Cus Parma) 13.58, 3. Mariavittoria Cestonaro (Vicentina) 11.13 (camp.ssa reg. promesse).
PILLOLE
A MISANO ADRIATICO in una gara sugli 800m. Elena Borghesi, dell’Atletica Industriali Conegliano, nella sua batteria ha corso in 2′23”95, mentre Anna Trevisan ha impiegato 2′34”06.
A PADOVA in una riunione provinciale Leonardo Mazzanti, cadetto trevigiano che milita nell’Atletica Riviera del Brenta, ha saltato con l’asta 2,85.
Sui 300m. la “studentessa” Luna Monego (da Noale) ha corso in 44”2.
A RONCADE nell’ultima riunione in pista della stagione atletica del CSI trevigiano, il cadetto Giorgino Gjeli ha vinto la sua gara di getto del peso (4kg.) con il nuovo primato personale di 14,65 (forza Giorgino, bene così!!!).
USCIRE DALL’EMERGENZA
Le necessità dovrebbero appartenere ad un preciso momento e non diventare una costante
di Fulvio Maleville
La visione differente è spesso data dal ruolo e dalla posizione che si assume. Chi vive nell’emergenza non è in grado di distaccarsi dai problemi per guardali con una certa obiettività, tanto da impedirgli di realizzare una progettualità che li superi, forse per questo gioisce nel trovare continue soluzioni che però non risolvono mai definitivamente i problemi.
E’ stato alla gara di Rossano che nel discutere con Renzo siamo passati dal “far presente” le nostre idee alla solita “animata discussione”. Nel fare l’esame di coscienza serale ho capito di essermi alterato troppo, aver alzato la voce ed espresso in modi agressivi e forse poco ortodossi le mie posizioni. Morale: Renzo non ha trovato di meglio di rispondere alle mie argomentazioni definendomi “Troppo rigido” e con la scusa di una gara se ne è andato e guardato bene dal tornare al mio fianco per terminare il riesame di quanto stavamo facendo.
A sera ho messo insieme questi elementi e capito qual’è il vero problema da superare: L’emergenza.
Ciò forse è dovuto al fatto che noi Italiani non sappiamo fare a meno di vivere in continua emergenza, rincorriamo continuamente i problemi e per questo non abbiamo mai risorse adeguate per mettere in piedi un vero progetto, mutabile, migliorabile, ma pur sempre un piano di lavoro che tenti di portarci fuori dal quotidiano imprevisto.
A questo punto ovviamente devo rendervi edotti sul tema che stavamo trattando o perlomeno stare in un ambito abbastanza vicino da farvi capire di che cosa discutavamo.
Il dibattito verteva su più fronti, uno era quello dei campionati regionali Cadetti e Allievi e il fatto che le due gare erano state accorpate come lo scorso anno. Infatti nella passata stagione a Mogliano è venuto fuori un putiferio con parecchie diatribe con i tecnici che volevano entrare in campo per seguire gli atleti e soprattutto per ritardi accumulati. Si pensava così che le argute menti Regionali tornassero a separare gli allievi dai cadetti (Come dalla notte dei tempi). Invece ci ritroviamo anche quest’anno, a Mogliano, nella stessa identica situazione con l’unica variante che ai cadetti è stato imposto un limite (Minimo) per accedere alla manifestazione. Un altro argomento metteva in discussione il fatto che la categoria ragazzi ha svolto un enorme numero di gare durante la prima parte della stagione (Almeno a Treviso) e ciò aveva messo in crisi il sistema di una delle provincie più organizzate ed effervescenti della regione, mentre ha risolto la penuria di manifestazioni presenti di altre provincie.
Le argomentazioni in discussione erano quelle esposte e la carne al fuoco molta, forse troppa per trovare una soluzione ed un accordo. Inutile qui scendere nella diatriba e mettere tutti i paletti perché ci sarebbe da scrivere un libro e forse non basterebbe. La realtà sanciva che le posizioni erano distanti e la visione, le sensazioni che io e Renzo esprimavamo si discostavano notevolmente l’una dall’altra.
Mi sono però accorto che sostanzialmente il problema era solo uno ed è in questa direzione che intendo portare questo scritto. Anche se la “Riflessione ad alta voce” è posta al 16° posto delle mie elucubrazioni, credo però la spedirò subito affinchè si batta il ferro finchè è caldo e i nostri amici, cioè voi, ed i politici di turno abbiano a riflettere sulla situazione e non sia io l’unico che si pone certi problemi.
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Renzo sosteneva che in una situazione di questo genere mettere dei minimi ai cadetti, tra l’altro molto calmierati, era l’unica soluzione. I problemi sono tanti e in fondo si era anche stati bravi a trovare una via di uscita equa ed equilibrata nel caos di un calendario dove certe gare è sostanzialmente obbligo farle in un preciso momento della stagione. Renzo faceva inoltre presente che le società vengono messe in difficoltà se separi i cadetti dagli allievi perché non hanno abbastanza tecnici e dirigenti per seguirli in due sedi diverse. Insomma, alla fine della fiera era orgoglioso di aver affrontato tutte queste emergenze e trovato la soluzione più ragionevole.
A questo punto sicuramente Renzo (Che qui non ha la parola visto che sono io a scrivere) avrebbe certamente da puntualizzare ed aggiungere qualche cosa. Non essendo ciò possibile perché qui a scrivere sono solo io farò a voi presente che il buon amico ha anche detto “Allora se hai queste idee perché non presenti un progetto tuo, verrà preso in considerazione e ne discuteremo”. Forse le sue parole non erano perfettamente queste ma la sostanza credo non si discosti molto dal senso della frase.
Ora rispondo e poi darò argomentazione della mia posizione.
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Sono da 40 anni nell’atletica e da altrettanti viviamo in emergenza. Trovare soluzioni e tamponare le continue eventualità appare un metodo di lavoro privo di un riferimento e di una positiva progettualità, dimostra solo l’incompetenza di chi ha pensato di realizzare questo costrutto;
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Il progetto lo deve presentare prima chi governa e poi l’opposizione dirà la sua o avanzerà un suo progetto (Tra l’altro io sono uno spirito libero e indipendente). Mi sembra insensato che avvenga il contrario perché chi sta al potere deve dimostrare che ha delle idee e le intende realizzare, non deve certo fare il furbo rubando i suggerimenti degli altri. Teoricamente chi comanda sta portando avanti già un “Suo progetto” e questa cosa avrebbe dovuto presentarla nel momento in cui si è fatto eleggere. Le società avrebbero dovuto vagliare i progetti dei contendenti e votare a favore di quello che ritenevano più praticabile, questa cosa ritengo sia stata fatta nelle sedi opportune a suo tempo. Quindi mi appare chiaro che le decisioni prese dal comitato sono frutto del suo seminato e a queste io muovo le mie critiche. Specifico inoltre che l’opposizione potrebbe anche non presentare alcun progetto se si riconosce corretta la proposta di chi sta al potere;
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Per indirizzare le società e le risorse che stanno nel movimento bisogna anche prendere decisioni che non accontentano tutti o quasi. Fare della buona politica significa avere delle idee e anche il coraggio di operare delle scelte e per questo motivo ritengo infondato farsi forti del fatto che i sodalizi non sono in grado di seguire gli atleti in due sedi diverse. Separare le manifestazioni costringerebbe le società, e sarebbe ora, ad aggregarsi, fare riferimento per l’attività assoluta su altri sodalizi. Scegliere il campo dove operare, aiutarsi e imparare a cooperare. Invece come al solito si favorisce la disgregazione e poi ci si lamenta a livello tecnico che gli operatori non preparano in modo adeguato gli atleti perché le società sono piccole e non hanno la forza di sostenere anche economicamente spese per più allenatori. La mancanza di una visione politica complessiva nell’operare anche delle scelte tecniche porta invece il movimento all’incapacità gestionale che non è altro che il frutto della colpa di chi sta in alto e non prende le corrette decisioni. Sarebbe utile discutere su questo tema ma in 40 anni non mi è stata mai data l’occasione perché si fanno sempre le stesse stupidaggini ma non si lavora per salire culturalmente e dibattere i veri problemi, quelli che rendono il nostro movimento un esempio di spreco atletico, un modello di come non si producono dirigenti e di come non si indirizzano le forze.
La sostanziale differenza tra me e Renzo è quindi questa:
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Io contesto le improvvisate decisioni ed i tamponamenti dell’ultima ora, ritenendo che l’attività vada organizzata per tempo e in modo chiaro:
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Decidendo una volta per tutte le date delle manifestazioni istituzionali;
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Organizzando un preciso circuito di gare provinciali, uno a livello regionale e uno a livello interregionale che coprano tutto l’arco temporale atletico annuale. Faccio altresì presente che l’attività provinciale e regionale avrebbe bisogno (Come un tempo si faceva) di due distinte parti di stagione mentre l’attività di alto livello ha altre esigenze;
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Facendo un programma delle specialità, anche qui a rotazione o in successione, che permetta a tutte le gare di trovare spazio, distribuendole in modo omogeneo nell’arco della stagione. Cosa che adesso non avviene e certe specialità (Faccio esempio i 110Hs juniores altezza deli ostacoli 1 mt, martello …) trovarle è quasi impossibile. Tanto è vero che dobbiamo ringraziare i comitati regionali limitrofi perché ci risolvono il problema.
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Salvaguardando le iniziative e le realtà che funzionano e cercando di aiutare ed incentivare le altre a fare altrettanto. Quando una provincia funziona non c’è motivo per prendere decisioni che la mettano in difficoltà semplicemente perché le altre non sono in grado di gestirsi in modo adeguato. Quanto è stato deciso quest’anno sul frazionamento dei CDS Ragazzi ha penalizzato profondamente la provincia di Treviso dove l’attività è stata esasperata e imposto di gareggiare, vuoi per il regolamento dei meeting del famoso circuito trevigiano, vuoi per i campionati che hanno praticamente obbligato bambini e famiglie a gareggiare tutte le settimane per mesi. (E’ questa l’idea ed il progetto di attività giovanile che ha in mente il CRV?)
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Appare evidente che le scelte non sono tecniche ma politiche e fatte per trarre vantaggi personali e non avvantaggiare il movimento. I criteri di assegnazione della gare sono evidentemente in vendita e si presuppone più un voto di scambio che la realizzazione di un progetto (che infatti non c’è, non mi è mai arrivato a casa e nel quale nessuno è mai stato coinvolto). Non mi si venga poi a dire che ci sono dei criteri organizzativi nel scegliere i luoghi dove fare le manifestazioni perché lo scorso anno ad esempio la gara del lungo dei citati regionali Cadetti- Allievi ha subito enormi ritardi che poi si sono riversati sulle categorie successive, per il semplice fatto che mancava paletta e secchiello al giudice per fare la battuta. Ciò evidenzia anche l’incapacità da parte di chi controlla nell’aver verificato l’attrezzatura e le disposizioni tecniche per svolgere compiutamente le gare, magari anche in orario. Visto che ci sono mi permetto di fare un esempio sui prossimi campionati individuali ragazzi di Marostica di quest’anno dove è previsto il lungo Ragazze alle 15.30 e quello ragazzi un’ora dopo. Facciamo scommessa che ci sarà un enorme ritardo? Sono andati a verificare quante ragazze saltavano in lungo lo scorso anno e quanto ci hanno messo per effettuare la gara? Possibile che dopo 40 anni di atletica non si è ancora riusciti a stabilire delle procedure per far funzionare le manifestazioni ?
NON E’ FORSE EMERGENZA AD OLTRANZA QUELLA CHE SI PROTRAE PER QUASI MEZZO SECOLO ?
Nel chiudere torno a Renzo. Mi scuso con lui se sono sbottato e ho detto ciò che penso a voce alta ma si sa che dopo i 50 anni non si hanno più certe reticenze. Vorrei però fargli presente che il solo modo d’uscire da questa situazione è quello di non vivere in eterna emergenza e per fare ciò c’è bisogno di un progetto che, come ho scritto poc’anzi, non vedo da 40 anni.
Forse io mi sbaglio, guardo da un pertugio il tutto ma sono distaccato abbastanza per non lasciarmi ingannare da specchietti che andranno bene per le allodole ma non per una vecchia volpe spennacchiata come il sottoscritto.
Chi riesce a distaccarsi abbastanza e non si lascia coinvolgere da convenienze personali, societarie o che altro potrà riflettere su quanto qui esposto e magari farsi anche qualche convinzione personale. In fondo per esercitare la democrazia ci vogliono pure le opportunità di sentire tutte le campane suonare.
Alla fine ribadisco: “USCIAMO DALL’EMERGENZA” … mi sa che questa condizione fa molto comodo a qualcuno e di sicuro non aiuta il movimento che avrebbe invece bisogno di essere guidato, accompagnato ad evolvere rispettando dei principi. Purtroppo le scelte e le decisioni che sono state fino ad ora prese:
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Non rispettano la qualità del lavoro perché operano delle grandi ammucchiate, non si verificano le effettive capacità organizzative e per tanti motivi gli atleti vengono regolarmente penalizzati;
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Non sono coerenti con i corretti principi didattici, quelli che non esasperano l’attività dei più giovani e allontanano ad esempio lo spettro della specializzazione (Vedi numero di gare, tipi di gara e minimi per i cadetti);
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Alla lunga producono effetti negativi. Magari farsi un esame di coscienza e chiedersi perché non si riesce ad allestire una rappresentativa Under 23 in Veneto mentre si fa carriera e si continua a vantarsi dei successi nelle rappresentative giovanili. In questo caso non voglio in risposta scuse e motivazioni ma il coraggio di fare ammenda, perché la realtà ci condanna e le discolpe non servono.