Agosto 22nd, 2008

Diario trevigiano

a cura di Franco Piol 

Pechino: immenso Schwazer, oro nella 50 km


231310.jpg      pechino-schwazer1.jpg Un immenso Alex Schwazer regala all’Italia la settima medaglia d’oro della spedizione azzurra alle Olimpiadi di Pechino, la prima dell’atletica. Quarantaquattro anni dopo la vittoria di Abdon Pamich a Tokyo (ma ricordiamo anche quella di Dordoni a Helsinki 1952) un italiano torna a trionfare nella 50 km di marcia, la gara più lunga del programma olimpico. Il marciatore altoatesino corona così una crescita repentina durata tutto il quadriennio, con i bronzi mondiali di Helsinki 2005 e Osaka 2007 e soprattutto cancella nel migliore dei modi proprio la delusione che quel bronzo in terra giapponese gli aveva dato: già allora aveva dimostrato di essere il più forte, ma il risultato era mancato per inesperienza strategica. Questa volta no. La vittoria di Schwazer è stata infatti la dimostrazione di una chiara superiorità sia fisica che tattica. Sin dal via l’azzurro vuole dimostrare di avere più benzina di tutti allungando già all’interno dello stadio. Unico a rispondere alla “provocazione” di Schwazer è il francese Diniz, campione europeo e vicecampione mondiale. Dopo 5 km la coppia viene riassorbita dal gruppo dei migliori e Schwazer rimane coperto nel gruppo che sotto la spinta del favorito, il russo Nizhegorodov, va progressivamente assottigliandosi. Al 15. km la situazione è già abbastanza chiara con quattro atleti al comando: Schwazer, Nizhegorodov, l’australiano Tallent e il cinese Li Jianbo. L’altoatesino controlla principalmente il russo mentre l’altro favorito, Diniz, dopo metà gara cede per crampi arrivando al ritiro. Dopo il 37. km il primo colpo di scena, il cedimento di schianto del cinese Li, segnale che la fatica comincia a inquinare i muscoli dei protagonisti della gara, di tutti ma non di Schwazer. Il portacolori dei Carabinieri decide di allungare al 43. km: il primo attacco è un assaggio, al secondo sia Tallent che Nizhegorodov devono alzare bandiera bianca. Il parziale sui 5 km è di 21:21, il più veloce della gara a dimostrazione delle perfette condizioni fisiche dell’azzurro, che nel finale amministra il vantaggio crescente ed anzi si concede anche qualche simpatica gigionata davanti alla telecamera mobile. Entrando allo stadio alza l’indice al cielo, ricordando quel che faceva Mennea in occasione delle sue vittorie. Con 3h37:09, tempo eccezionale viste le condizioni atmosferiche caratterizzate da gran caldo e ben il 97% di umidità, Schwazer stabilisce il record olimpico precedendo di 2:18 Tallent, argento dopo il bronzo nella 20 km, e di 3:05 il primatista mondiale Nizhegorodov. De Luca chiude al 19. posto in 3h54:47, mentre Diego Cafagna è stato squalificato. Gabriele Gentili

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Beppe “non entra” in gara a 5,45…

GRANDE LO STESSO. GRAZIE GIBI’

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Tre “nulli” in entrata a 5,45 e l’avventura è finita. Ho detto ieri, con le parole di Simone Proietti, lo stato d’animo e la “preparazione” sommaria di Giuseppe Gibilisco e il miracolo di mercoledì, in finale con 5,65, non si è ripetuto, né potevamo, noi grandi estimatori dell’atleta e dell’uomo, pretenderlo. Certo è che, con un pizzico di fortuna in più, qualche sassolino, Gibì, se lo sarebbe potuto togliere subito, ma è soltanto rinviato e allora saranno macigni!

Beppe, sappiamo che sei un grande, Pechino ti ha comunque restituito a noi e all’Atletica mondiale. Grazie di cuore!