Giugno 21st, 2020

TREDICESIMA STAGIONE OPEN 2020

DIARIO TREVIGIANO

A cura di Franco Piol

 

 

A proposito dell’apertura veneta del 2020 a Vittorio Veneto

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INTERVISTA

AD ANDREA DE LAZZARI

Andrea De Lazzari, in occasione dell’eccezionale evento che inaugura a Vittorio Veneto il prossimo 4/5 luglio, dopo la pandemia del Corona-Virus, la stagione atletica veneta open 2020, si lascia volentieri intervistare ed è come un fiume in piena, prorompente, spontaneo, brillante. Entusiasma, diverte, commuove e ci obbliga comunque a soffermarci su tanti problemi della nostra atletica e a riflettere  nella piena libertà di dire come la pensa e nel pieno rispetto del pensiero altrui.

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Da quel movimentato intraprendente ragazzino (‘vivace e intelligente capopopolo’ come ti ho definito nel mio ultimo libro dedicato all’atletica trevigiana) che saltava 4.70 con l’asta - e non guardava in faccia a nessuno -, al poliedrico dirigente dell’ATL-Etica S. Vendemiano, quali sono stati i momenti formativi più impegnativi del tuo lungo cammino?

 

Più che momenti formativi ho avuto tanti formatori, persone che mi sono state vicine con caratteristiche molto diverse tra di loro, ma ognuno fondamentale, per essere ( nel male o nel bene ) quello che sono

Arrivo in campo a Ponzano alla corte di Tarcisio Lorenzin per colpa del mio professore di educazione fisica ( una volta si chiamava così ) il mio prof Troncon, allora allenatore e dirigente del Benetton Rugby che, vedendomi all’opera ai giochi sportivi studenteschi, quando Aldo Masi ne era la voce sovrana,  mi spinse a provare e poi ad iscrivermi con l’atletica Ponzano officine Paronetto e da lì fu amore a prima vista, e anche se Tarcisio mi vedeva bene per i 400 / 800 /400hs, che a me piacevano, io strizzavo l’occhio al salto in alto, lungo, e ai 100 m. 

Da lì l’idea delle prove multiple e di conseguenza non potevo che andare a Villorba  da Lelio Miani , perché nel decathlon c’era l’asta e li esplode grande l’amore per la mia amata specialità : l’asta… 

Trovo Roberto Durante, Federico Criscuolo, Andrea Giacomini,  Giuseppe Viscardi,  Fabio Miani (ma anche il piccolo Matteo Miani che ai campionato italiani aveva 1 anno e dormiva sul matrimoniale in mezzo a me e papà Lelio).  

 

Poi passo dal Ponzano alla Conad San Giacomo e poi Bècher, e nel 1994 vado a vivere a Padova per fare ‘Isef e nel tempio del salto con l’asta dell’Arcella trovo Gianfranco Beda e Massimo Di Bella che mi adottano, spiegandomi che ‘l’asta si poteva anche piegare’. 

 

Ma il salto culturale tecnico lo faccio a Roma con l’Aereonautica, con il grande/piccolo Gioacchino Paci e scopro cosa voglia dire fare il professionista. In 8 mesi di duro lavoro passo da 11”4 nei cento a 10”6, oltre i 6100 punti nel decathlon e il 4,70 nell’asta. 

A settembre 1997 arriva Aldo Zanetti che mi precetta per fare il tecnico per il progetto Industriali trevigiani poi ridotto a Industriali Conegliano e in fusione con Il Bècher; mi da un posto di lavoro, scommettendo su di me e io inizio a lavorare, allenando a Ponzano, Quinto, Conegliano, Vittorio Veneto e Montebelluna,  dove trovo il mio amato  Ivo Merlo che mi regala il suo posto di preparatore atletico al Calcio Montebelluna purché allenassi i suoi ragazzi con l’asta.

Lì nasce un vivace e proficuo cenacolo: Mattia Cimolin, Claudio  Franchin, Marta Gasparetto e Adriano, e tanti altri.  Ma anche a Quinto con Lorenzetto, Vanin, Gallinaro, Sartor, Boffo, ecc. ecc. 

Come pure a Ponzano crescevano atleti come Favero, Baseggio, Zanatta Paolino, Maccari, Pozzobon, Sartor, Mazzariol; per non parlare del mio primo titolo italiano vinto nell’asta grazie alla giovanissima fenomenale Eleonora Moras.  Insomma cito tutti questi personaggi della nostra atletica perché sono quelli che comunque a loro volta sono diventati allenatori ed ancora oggi sono i giovani tecnici che stanno facendo un gran loro efficace percorso che fa ben sperare per il futuro prossimo.

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Nel frattempo con Aldo Masi mi  metto in testa di fare una gara di salto con l’asta in Piazza dei Signori a Treviso, evento che mi obbliga ad aprire la mia prima azienda Sportimmagine e nascono così avvenimenti sportivi come funghi: 10 gare di asta in piazza a  Treviso, Aosta, Mestre, Jesolo, Belluno (con la mia prima atleta bellunese  Daiana Broi),  Sacile, Trieste, Pordenone, Roma e Bologna. E non mi fermo ma ancora giro come una trottola in Italia, nel mio Veneto (a Treviso, San Vendemiano, Riese, Valdobiadene) e poi con la Coppa del Mondo e la Coppa Europa di Triathon a Tarzo di Revine con Aldo Zanetti. 

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L’Atletica trevigiana cresce, crescetanto: arrivano i “foresti” e va avanti il progetto provinciale con gli allievi - terzi in Italia - (affossato poi da tanti ostici campanilismi).

Ma la soddisfazione più grande arriva travolgente, a premiare tanto serio lavoro di base, con la serie A oro a Palermo (e successive): eravamo arrivati in serie A con la mia direzione tecnica, sogno accarezzato che non eravamo riusciti a centrare  nemmeno con l’Aeronautica di Torrieri, Lingua e Besozzi.

E infine la mia idea top la Trevisomarahon. 

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Il resto è storia recente !

 

Tutto ciò per dirti che tutte queste persone le porto con me nel cuore,  perché a vario titolo hanno dato a me un motivo per amare così tanto l’Atletica, arricchendomi, grazie alla possibilità di cogliere da tutti questi uomini e donne di vero talento, tecnici, atleti e compagni di allenamento, la passione, il sacrificio, la dedizione e un alto valore ideale sportivo e di vita!

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Ora che sei un ultra quarantenne, esperto e maturato, ne hai tante di imprese da raccontare, (qualcuno per l’ambiente, leggendaria) quale è quella che ti ha più impegnato anima e corpo?

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La Trevisomarathon prima edizione. Mi ha massacrato, era tutta sulle spalle di Aldo Zanetti nel punto di partenza e su di me in quello dell’arrivo a Treviso ! All’arrivo dei top runner, dopo tre giorni e due notti senza mai dormire, sono perfino scoppiato a piangere!

 

E quella che ti ha più emozionato? 

 

Sono due :

 

1) La gara di salto con l’asta in Piazza dei Signori a Treviso, vinta da Giuseppe Gibilisco, campione del mondo Parigi 2003 (e posso ben dire: “io c’ero “; ma conta che a Pechino nel 2008 Giuseppe era lì con la gloriosa maglia della Jagher!) 

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2) a Berlino campionati del mondo, dove io‘organizzo per Fidal Casa Italia Atletica, con la promozione dei prodotti tipici italiani (allora ministro all’agricoltura Luca Zaia), il doppio record del Mondo di Usain Bolt, nei 100 e 200, (anche qui posso dire ancora una volta “io c’ero” ! ‘Quel silenzio di tomba alla partenza e il boato di 100 mila spettatori al record del mondo in queste sue gare , resteranno stampate nel mio cuore e cervello per sempre!!!’) 

 

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L’aspetto progettuale è il tuo punto forte e rifondare la nostra dirigenza e i quadri tecnici il tuo pallino, ti chiedo: quali sono i punti base da sostenere senza se e senza ma, quale il percorso obbligatorio richiesto per riuscire a raccomodare qualcosa di nuovo, di utile?

 

Ti rispondo subito: alta specializzazione per la formazione dei dirigenti sportivi in settori ben diversi: 

dirigente di rappresentanza societaria ( il presidente ) che deve sapere tutto a 360 gradi;

Ma, allo stesso modo, occorre la specializzazione dei dirigenti stessi, dando loro vari indirizzi: 

-amministrativo e di segreteria ( adempimenti burocratici ) 

-commerciale (sponsor e progetti ) 

-tecnico ( esigenze atleti ) 

-digital social manager ( siamo nel 2020 e fra qualche anno senza dispositivi tecnologici non potremo più esistere, anche se questa cosa spaventa me e tanti come me ) 

 

Sui tecnici poi? Dico:

smettetela di far pagare i vostri peccati sugli atleti, tipo: 

 

ignoranza ( nel senso che ignorano la materia ) 

ambizione (scovato l’esordiente forte ora lo porto alle Olimpiadi

invidie ( ‘il mio collega non capisce nulla, se io allenassi il suo atleta lo porterei alle Olimpiadi ‘) 

gelosie ( ‘i miei atleti evoluti non li può allenare nessuno perché solo io li conosco bene’

 

Queste mentalità vanno demolite! C***o!!!!!

 

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Che cosa rimproveri ancora oggi all’atletica trevigiana? 


Nulla! Ha fatto semplicemente un percorso opposto e di contrapposizione al mio, quindi mi astengo dal commentare! Saranno quei ragazzi che ho citato sopra che prima o poi governeranno i nuovi processi, e noi vecchi (finalmente) lasceremo loro il passo!

 

 All’atletica in generale ? 

 

Nulla! L’Atletica è lo sport più semplice e più bello del mondo; sono sempre le persone che fanno la differenza nel bene e nel male e l’Atletica non ha colpe, sopravvive, malgrado tutto! Siamo noi operatori del movimento che dobbiamo cambiare mentalità operatività e atteggiamenti, non L’Atletica ! 

 

E a te stesso? 

 

E’ che non riesco ad accettare i compromessi a tarallucci e vino. Se ci riuscissi, potrei essere più ammaliante, più empatico, come si direbbe oggi, con la gente del nostro movimento, ma purtroppo non ci riesco! Odio i falsi, i bigotti, i finti amici, i criticoni, gli incompetenti, i paraculi, gli invidiosi e i negativi, e, dicendoglielo in faccia perché non ho mezze misure, ho anche tanti nemici. Per fortuna l’Atletica ha soprattutto tanti appassionati veri, competenti, propostivi, entusiasti, persone buone e intelligenti, cosicché ho deciso che nei miei prossimi 46 anni, farò squadra con loro, e, dei primi sopra descritti, non avrò nemmeno più il tempo di occuparmene.

 

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Andrea De Lazzari (Treviso 16 novembre 1974) e stato atleta prodigo di buoni risultati, astista soprattutto ma anche discreto decathleta. Ecco i suoi migliori risultati:

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100m -

10″6

Esercito

 

 

200m -

23″01e

Il Becher

400m -

52″1

Il Becher

110hs -

16″22e

Il Becher

400hs -

58″44e

Il Becher

 

 

 

alto - 1,91 Il Becher

asta - 4,70 S.L.M. Aeronautica

lungo - 6,55 Il Becher

decathlon - 6.156 punti   2/06/1996 Mirano

 

 

11″3-6,38-9,68-1,91-52″1 // 16″0-27,96-4,40-36,52-4′55″5

 

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