Novembre 25th, 2017

DIARIO TREVIGIANO

A cura di Franco Piol

 

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ELENCO GIOVANISSIMI CASTELLANI

Tuttimpista GRANDE E’ LA TRADIZIONE ATLETICA DI CASTELFRANCO VENETO!

cadetti


80m

9″2 Gino STOCCO  Castelfranco 11-2-67 17/10/1982 Udine
9″2 Silvano FEDRIGA  Castelfranco V. 18-10-70 19/10/1985 Bassano

300m

37″2 Gino STOCCO  Castelfranco 11-2-67 18/09/1982 Castelfranco V.
37″47 Leonardo BAU’ Castelfranco V. 13-2-1994 20/09/2009 Mogliano

1000m

 2′44″2 Nicola CASAGRANDE Castelfranco V. 23-1-76 13/04/1991 Treviso

2000m

5′50″93 Nicola CASAGRANDE Castelfranco V. 23-1-76 30/05/1990 Verona

100hs

13″2 Gino STOCCO 67 Castelfranco 11-2-67 17/10/1982 Udine
13″4 Alessandro MARCON  Castelfranco V. 13-9-85 .2000
13″69 Elia ZORDAN Castelfranco V.7-7-1998 12/10/2013 Jesolo
13”95 Alessandro CECCHIN Castelfranco V. 7-5-1995 09/10/2010 Cles

300hs

40″33 Elia ZORDAN Castelfranco V.7-7-1998 28/09/2013 Caprino Vr
40″8 Alessandro MARCON  Castelfranco V. 13-9-85 23/09/2000 Marcon
41″1 Gino STOCCO  Castelfranco 11-2-67 30/05/1982 Mestre

alto

1,98 Sebastiano MARCON  Castelfranco V. 18-6-66 26/09/1981 Verona
Primato trevigiano cadetti

asta

3,30 Mario Aldo PASETTI Castelfranco V. 9-1-47 14/10/1962 Padova

lungo

6,27 Alessandro CECCHIN Castelfranco V. 7-5-1995 10/10/2010 Cles

triplo

12,75 Mario VALENTINI Castelfranco V. 19-3-73 14/05/1988 Montebelluna

peso 4

16,38 Renzo CIMADOR  Castelfranco V. 1957 08/10/1972
14,21 Claudio VIOLA  Castelfranco V. 1957 .1972

disco 1,5

46,18 Mario Aldo PASETTI  Castelfranco V. 9-1-47 .1962 CSI
45,71 Renzo CIMADOR  Castelfranco V. 1957 01/05/1972 Castelfranco V.

martello 5

39,56 Fabio GALLINARO  Castelfranco 8-6-82 15/06/1997 Cittadella

giav. 600g

47,05 Riccardo FAVRETTO 11/10/2014 B.go Valsugana

pentathlon

3.053 Andrea GATTI Castelfranco V. 18-9-1995 10/10/2010 Cles

 

cadette


60m

7″78 Marinella MAGGIOLO Castelfranco V.30-1-88 02/03/2003 Modena

80m

9″97 Marinella MAGGIOLO Castelfranco V.30-1-88 27/09/2003 Orvieto

300m

41″9 Marinella MAGGIOLO Castelfranco V.30-1-88 11/05/2003 Vittorio V.

1200m

3′50″6 Sara TREVISAN  Castelfranco V. 15-3-74 18/06/1988 Scorzè

2000m

6′49″2 Novella MILANI Castelfranco V. 1958 17/06/1973 Treviso

80hs

11″8 Lisa GUIDOLIN Castelfranco 1-9-1992 22/06/2007 Abano
12″4 Cinzia MARCON Castelfranco V. 8-5-80 04/06/1995 Montebelluna
12″71 Silvia CECCATO Castelfranco V. 11/06/1992 17/05/2006 Padova

300hs

46″0 Lisa GUIDOLIN  Castelfranco 1-9-1992 25/04/2007 Vicenza
46″2 Elisa TREVISAN  Castelfranco V.30-1-88 23/09/1995 Piombino Dese
46″6 Marinella MAGGIOLO Castelfranco V.30-1-88 25/04/2003 Conegliano
47″7 Daniela MARCONI Castelfranco V. 4-8-77 16/06/1991 Mogliano

alto

1,67 Elisabetta BONIN  Castelfranco V. 21-4-70 09/09/1984 Dueville

lungo

5,32 Lisa MILANI  Castelfranco V. 22-1-78 23/05/1993 Marostica

marcia 3km

15′47″40 Federica MENZATO Castelfranco V. 14-3-1988 27/09/2003 Orvieto

pentathlon

3.669 Lisa GUIDOLIN Castelfranco 1-9-92 14/10/2007 Ravenna
3.280 Elena BERGAMIN Castelfranco V. 6-5-87 01/09/2002 Villorba
3.217 Adele TONIUTTO Castelfranco V. 12-6-2001 18/09/2016 Bovolone
3.066 Stefania PIVATO Castelfranco V. 14-5-90 29/05/2005 Montebelluna
3.029 Anna TONIUTTO Castelfranco V. 25-9-1999 31/05/2014 Ponzano


ragazzi


60hs

9″0 Davide DE NARDI  Castelfranco 11-2-1994 23/06/2007 Rossano V.

80hs

11″6 Gino STOCCO Castelfranco 11-2-67 19/10/1980

1000m

2′57″3 Gino STOCCO Castelfranco 11-2-67 27/09/1980

2000m

6′06″5 Fabio CALORE Castelfranco V. 1973 25/05/1985 Padova

alto

1,65 Mattia GATTI  Castelfranco V. 1994 13/10/2007 Vicenza
1,63 Francesco FAVARO  Castelfranco V. 1959 .1972 Mogliano

lungo

5,69 Gino STOCCO Castelfranco 11-2-67 27/09/1980

peso 2

13,60 Andrea CECCHIN Castelfranco V. 1-6-1998 29/06/2011 Rossano V.

disco 1,5

35,00 Renzo CIMADOR  Castelfranco V. 1957 .1970

 

ragazze


60m

8″0 Marinella MAGGIOLO  Castelfranco V.30-1-88 05/07/2000 Quinto

60hs

 9″5 Marinella MAGGIOLO Castelfranco V.30-1-88 15/09/2001 Villorba

alto

1,58 Elisabetta BONIN Castelfranco V. 21-4-70 16/10/1983 Castelfranco V.

vortex

47,35 Stefania PIVATO Castelfranco V. 14-5-90 29/08/2003 Piombino Dese
43,10 Adele TONIUTTO Castelfranco V. 12-6-2001 04/10/2014 Bovolone

tetrathlon

2.760 Adele TONIUTTO Castelfranco V. 12-6-2001 04/10/2014 Bovolone

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“Chi ha ucciso lo Sport”? – l’articolo su Panorama (ma non ci siamo ancora)

Sull’edizione in edicola oggi del periodo Panorama, nell’articolo scritto da Antonio Rossitto, ci sembra interessante sottolineare diversi passaggi per capire come anche la stampa si sia resa conto, con l’apocalisse del calcio italiano, come lo sport nel nostro Paese sia in uno stato putribondo, a parte le solite isole felici con sport più o meno di nicchia.

Premettiamo: molti giornalisti finalmente hanno scoperto la ragnatela di rapporti che sottende lo sport italiano. Purtroppo è troppo tardi: per troppo tempo nessuno si è interessato davvero di capire e rivelare cosa succedesse nel backstage dei diversi sport, nelle stanze del piccolo potere (ma molto remunerato) dove agivano e agiscono tuttora dirigenti eterni, incapaci in molti casi, ingenui in altri, furbi in altri casi ancora.

Ora che l’anno zero del calcio ha squarciato il velo che copriva un sistema obsoleto, clientelare, arcaico, molti giornalisti si muovono a tentoni in questo articolato groviglio di nonsensi, dove i fallimenti non pagano, dove i principi propri dello sport appartengono ad un’altra dimensione e dove sopratutto vengono sperperati decine di milioni di euro pubblici spesso senza motivo.



Si parte citando gli interventi di Giovanni Malagò e del Ministro Luca Lotti agli Stati Generali del CONI che si sono tenuti in questi giorni a Roma. Una rassegna dell’ovvietà, non solo a nostro parere.

Diciamocelo subito prima di partire con l’analisi del testo: il problema con la “P” maiuscola sono le dirigenze che gestiscono oggi lo sport, la loro inamovibilità che genera stallo prima di tutto di idee, ovvero l’innesto di meccanismi che troppo spesso esulano dal “fine” (aiutare lo sport) e si concentrano sull’autoaffermazione, se non di rado, all’aggressione alle risorse che lo sport (noi contribuenti) concede praticamente senza responsabilizzarne gli utilizzatori finali.

Malagò e Lotti, quindi, che nei loro interventi si arrotano tra le labbra la parola “scuola“. Scuola di qua, scuola di là, tornare alla scuola, la scuola madre dei misericordiosi. Ma se non lo fanno loro, chi dovrebbe riportare lo sport alla scuola?

Tant’è che il giornalista di Panorama parla di “arcinoto, ovvio, lapalissiano“. Dateci qualcosa che vada oltre le ovvietà, se ne siete in grado.

Si ripercorre “l’apocalisse” calcistica di Tavecchio-Ventura, le frasi sgrammaticate in conferenza stampa, che però nella sua essenza (“per questo sistema, questa civiltà, questa amministrazione dello sport non può andare avanti così“) per Panorama, sono sacrosante almeno per una volta. Eppure, continua, si è dovuto arrivare all’eclatante epilogo per far saltare il banco, ovvero far cadere la coppia Ventura-Tavecchio, e tutto per dimostrare che fossero inadeguati. Inadeguati come diversi altri Presidenti federali (uno su tutti), ma che non hanno mai pagato la loro incapacità.

Emblematico questo passaggio:

“Contingenza che, complice l’annus horribilis di altri sport di squadra e l’inesorabile declino dell’atletica, dà ora la stura a valanghe di critiche”.

Torniamo sul punto: per Malagò evidentemente l’atletica non è mai stato un problema, visto che se l’è tenuta sempre accanto nonostante i disastri. Come già scritto in altra parte, la dimostrazione di quanto ci tenga allo sport e quanto invece ai meccanismi politici sottesi. Giudicate voi.

Ci sono le parole della leggenda Andrea Giani, sul disastro sportivo italiano:

“il 25% degli istituti non ha una palestra. Come mia figlia e i suoi compagni di classe, costretti ad usare un’aula. Nell’ora di ginnastica so fa sport con i jeans, passeggiando in tondo. E’ mortificante. Lo sport è diventato una pratica accessoria”.

E continua ricordando come anche stadi, palazzetti e piscine cadano sempre più sovente a pezzi: “Lo Stato non capisce il valore sociale dello sport“.

Sempre Giani ricorda come per ogni euro investito nello sport in Finlandia, se ne risparmino 3 nella sanità. Commento nostro: ma secondo lui in questo Stato la sanità potrà mai essere disincentivata a bruciare miliardi di euro di denaro pubblico, con tutti i famelici interessi privati che ci gravitano intorno?

Poi c’è il racconto dell’esperienza cinese del tecnico del basket Fabrizio Frates, dove lo sport è un eccezionale veicolo di affermazione sociale, e dove i palazzetti son sempre pieni e moderni e le tv fanno a gara per trasmettere ogni evento.

Per il neo direttore tecnico del basket italiano (altro clamoroso fallimento sportivo) Bogdan Tanjevic, il problema sarebbe coinciso con l’apertura indiscriminata agli stranieri comunitari figli della legge Bosman. Si allinea al Tanjevic-pensiero anche il presidente della Federbasket, Gianni Petrucci (che aveva fatto il primo mandato come Presidente del Basket già nel Paleolitico, ovvero nel 1992, ma racimolava ancora nel 2016 il 92% dei voti delle società del basket per essere eletto per la ennesima volta numero uno): “ci sono troppi extracomunitari” suggerendo che il Coni ponesse dei limiti. Uno dei limiti potrebbe essere il numero di mandati dei Presidenti, come il suo, ma chiaramente Petrucci (classe ’45) non sarebbe dell’avviso: del resto a 72 anni c’è ancora tanta strada da fare insieme.

Nella pallanuoto, si spiega oltre, il Presidente Paolo Barelli sarebbe riuscito ad imporre il limite di 3 stranieri, sostenendo “se si superano certe proporzioni non va bene“. Secondo l’Istat, spiega Rossitto, il 43,1% dei bambini italiani pratica nuoto, che la fa quindi la disciplina più diffusa.

Ma vi ricordate quando la disciplina più diffusa era l’atletica leggera? Esatto, era quando le stesse persone che ci sono adesso erano già ai vertici della Federazione, e i Presidenti delle società erano i medesimi che vediamo oggi in giro per i campi, ovvero 30-40 anni fa. Ci sarà mai un nesso causa-effetto tra atletica e disastro in relazione al mancato rinnovamento dei dirigenti a qualunque livello? Forse che sì, forse che no.

Comunque, sarà un caso, sarà che in Africa e in molti Paesi asiatici ci sono poche piscine e trampolini, comunque le medaglie dal nuoto arrivano. E arrivano eccome. Paradossale che poi Malagò sia costretto a fregiarsi delle medaglie conquistate anche e soprattutto dal suo acerrimo rivale politico, Barelli. Ecco cosa dice quest’ultimo:

“la grande forza dello sport è il suo ruolo educativo. E l’agonismo è l’eccellenza, come il turismo e l’industria… […]… In Italia serve un decisivo investimento dello Stato: Coni e Federazioni da soli possono fare poco. E le società sono ormai alla canna del gas”.

Quasi tutto vero, ma il Coni, come spiega poi il giornalista di Panorama, riceve oltre 400 milioni di euro (oltre 800 miliardi delle vecchie lire), per gestire lo sport. Il problema sarebbe invece la competitività delle Nazioni avversarie, prosegue. Ci permettiamo di dissentire: a parte due o tre Stati, le cifre che circolano tra le Federazioni italiane sono molto più che competitive rispetto al mondo sportivo internazionale. E’ come vengono utilizzate le risorse il problema, non il quantum.

Senza dimenticare che a quel denaro pubblico, bisogna aggiungere investimenti indiretti, come gli stipendi dei 2500 atleti “statali” (compresi i tecnici e altre figure), che ammontano a diversi milioni di euro in un anno. Per difetto, contando uno stipendio medio di 1500 euro, e calcolando anche la 13ª, si arriva a quasi 50 milioni di euro in più (senza contare i contributi, che sono sempre a carico nostro).

Giani torna sul punto, sempre da Panorama:

“L’Italia è fatta di fortini. Le federazioni sono sempre in guerra fra di loro, per difendere i propri interessi a scapito degli altri”. 

Ad aggravare la situazione “strutture dispendiose e pletoriche” che si porta in dote il Coni, “che sottraggono investimenti a qualità e atleti“. Si fa l’esempio della federcalcio, con 241 dipendenti che costano 18,6 milioni di euro l’anno.

Francesco Moser, leggenda del ciclismo, la tocca piano:

“le federazioni spendono gran parte dei quattrini per i dipendenti. Ormai hanno personale ovunque. Hanno lasciato tutto in mano alle società che si devono arrangiare da sole”. 

E cita la crisi del ciclismo italiano.

 

 

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