Giugno 29th, 2017

DIARIO TREVIGIANO

A cura di Franco Piol

 

 

 

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A TRIESTE TANTI TREVIGIANI IN PISTA

 

FRARESSO LORENZETTO DEI TOS?

Venerdì 30 giugno iniziano i campionati nazionali assoluti e salta agli occhi il cospicuo pacchetto di atleti trevigiani ammessi a concorrere per aver raggiunto i minimi richiesti. Io ho contato ben 33 atleti nostrani (per 40 gare) staffette comprese, essere regolarmente iscritti (mancano però Jacopo Zanatta, i fratelli Jacopo e Tobia Lahbi).

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Chances di podio? Poco e niente; confido in Martina Lorenzetto (lungo), in Eleonora Vandi (800m.), in Mauro Fraresso (giavellotto) e, aggiungo io, in Leonardo Feletto (3000 siepi) e in Leonardo Dei Tos, (marcia) ma la vedo molto dura!

Ecco i  nostri iscritti e da accrediti eventuali finalisti (in neretto):

400m. Rebecca Borga;

800m. Catalin Tecuceanu, Eleonora Vandi e Irene Vian;

1500m. Stefano Ghenda, Mattia Stival, Eleonora Vandi, Valentina Bernasconi e Irene Vian;

3000 siepi Leonardo Feletto, Riccardo Donè, Stefano Ghenda e Giovanni Gatto; Eleonora Lot;

100hs. Elena Marini, Giulia Marin e Michela Caon;

400hs. Matteo Bonora e Eleonora Morao;

Marcia 10km. Leonardo Dei Tos;

alto, Giorgia Niero e Ilaria Varago;

Asta, Matteo Miani e Virginia Scardanzan;

lungo, Martina Lorenzetto, Eleonora Filippetto;

triplo, Fabio Camattari;

peso, Loris Barbazza e Mattia Vendrame;

disco, Elena Sartori;

martello, Elisa De Checchi;

giavellotto, Mauro Fraresso, Antonio Fent, Marco De Nadai e Annamaria Fisicaro.

4×400m. Stefano Lamaro.

 

Extra provinciali la Giancarla Trevisan, americana dell’A. Bracco di incerta origine (trevigiana?) sui 200/400m. e staffetta 4×400m. e Paola Padovan bellunese sotto le amorose cure di Emanuele Serafin (giavellotto).

 

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L’ATLETICA VENETA PRESENTA

IL DOSSIER IMPIANTI IN REGIONE    

 

Il presidente Zovico e il consigliere regionale Vittorio hanno incontrato gli assessori Corazzari e De Berti

  29 giugno 2017

Dopo il primissimo incontro del novembre 2016, a pochi giorni dallinsediamento del nuovo Consiglio Regionale della Fidal Veneto, una delegazione composta dal presidente regionale Christian Zovico, dal consigliere Vito Vittorio (con delega tra le altre ai rapporti con i Comitati provinciali e ai Grandi Eventi) e dal segretario Cristiano Turetta è stata ricevuta martedì 27 giugno presso la Regione del Veneto dallassessore Cristiano Corazzari, titolare delle deleghe al Territorio, Cultura, Sicurezza e Sport, e dallassessore ai Lavori Pubblici Elisa De Berti.

 

Lincontro ha rappresentato il secondo momento ufficiale di contatto tra la Fidal Veneto e lEnte regionale con lobiettivo di focalizzare le tematiche più impellenti sul fronte dellimpiantistica dellAtletica leggera in Veneto.

 

Fidal Veneto, al termine degli incontri svolti in tutte le province a cavallo tra febbraio e marzo dal consigliere Vittorio accompagnato dal Segretario Turetta e sulla base delle analisi fatte negli ultimi giorni con i presidenti provinciali, ha redatto e consegnato agli assessori e ai loro staff un dossier che illustra il quadro generale e le specificità per le singole province con unattenzione particolare per il Veneziano in vista dei grandi eventi internazionali del 2018 e 2019.

 

Il nuovo Comitato Regionale ha messo limpiantistica tra i propri obiettivi strategici dotandosi anche di una rafforzata Commissione Impianti, in grado di occuparsi della tradizionale funzione legata alle omologazioni e di iniziare ad essere al fianco delle Amministrazioni nella fase di consulenza, per puntare e interventi efficaci, razionali ed economicamente sostenibili.

 

Restando come interlocutori primari le amministrazioni comunali stimolate dalle società, il tentativo di coinvolgimento della Regione del Veneto è stato proposto sotto una doppia ottica. 

 

Anzitutto un Focus su Caorle in vista del Campionato Europeo Master 2019 che porterà un totale di 20.000 persone a soggiornare per una settimana nel litorale regionale, e qui si punterà ad attingere a fondi speciali sulla base di un accordo che intercorrerà tra il Comune e la Regione. A Jesolo, nella propsoettiva di ospitare i Campionati del Mediterraneo Under 23 saranno poi previsti degli interventi ad altissima priorità.

 

La seconda parte del documento è stata strutturata con un focus sulle singole province con lindividuazione degli impianti considerati ad alta priorità. Su tale fronte il presupposto base è la volontà già espressa dalle Amministrazioni comunali di investire sullimpianto in maniera significativa e di verificare la disponibilità della Regione per la parte restante.

 

Agendo nello specifico nelle situazione in cui si denota un certo fervore tecnico - sia dal punto di vista numerico sia su quello qualitativo - oltre a una centralità geografica per la disputa dei campionati e delle manifestazioni su pista di rilievo. Per i Comuni soggetti alla recente tornata amministrativa si è reso necessario prevedere un rinvio con future note integrative.

 

La Fidal Veneto ha fatto comprende che un intervento complessivo tra i 700.000 e 1.000.000 di Euro potrebbe portare alla riqualificazione o edificazione di sei impianti destinati ad elevare notevolmente lofferta regionale dellimpiantistica nelle realtà di maggior interesse per lAtletica Veneta. 

 

Lassessore Corazzari, pur non potendo offrire garanzie economiche di alcun tipo, ha espresso un sincero apprezzamento per lapproccio e il lavoro di Fidal Veneto, rinviando a future interlocuzioni la possibilità di individuare un piano specifico per lAtletica che nel dialogo diretto con le Amministrazioni comunali ha dimostrato esempi particolarmente virtuosi, come è stato per il caso di San Biagio di Callalta.

 

Fidal Veneto ha evidenziato come rispetto al 2017 i tesserati siano passati da 11.000 a 22.000 e che le società affiliate hanno raggiunto quota 220 contro le 186 dellepoca. Sottolineata inoltre la forte attivazione dimostrata rispetto ad altre Federazioni per le iniziative regionali come quella delle Giornate dello Sport in Classe.

 

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UN ALLENATORE IN APPRENDIMENTO -

Fulvio Maleville

Dopo 46 anni di campo sono motivato ad allenare perché sto ancora imparando tante cose. Chi allena dovrebbe rendersi però conto che è proprio l’impegno quotidiano ad impedire l’aggiornamento e conseguentemente di migliorare la propria esperienza tecnica. Infatti andiamo tutti in pista alle stesse ore e questo ostacola lo scambio di opinioni tra colleghi, è decisamente una condizione che non consente di poter osservare come operano gli altri allenatori, fattore che potrebbe indurre il tecnico a porsi innumerevoli interrogativi e soprattutto a rielaborare i contenuti che si possono ottenere osservando i colleghi operare sul campo.
Ma qui viene il bello, perché io sono fortunato e vivo una condizione privilegiata che non a tutti è concessa. Infatti dalla mia postazione in campo spazio con lo sguardo a 360° sulla pista e posso seguire quanto stanno eseguendo gli atleti che lavorano nel rettilineo opposto. Devo confessarvi che questa condizione mi sta però mettendo in crisi, resto infatti stupito e perplesso nel vedere operare in forme programmatiche che stravolgono i canoni con i quali sono stato educato.
Ad esempio mi sono accorto che mai come quest’anno viene utilizzata la corsa con il traino nel periodo agonistico. A me era stato insegnato che le corse in salita, con sovraccarichi o resistenze sono esercitazioni “speciali” e come tali dovevano essere immesse in modo mirato nel programma di allenamento durante i periodi preparatori. Questo tipo di lavoro viene di norma impiegato nei cicli fondamentali della preparazione, insomma, non sapevo venisse applicato in forma sistematica in piena stagione agonistica.
Non faccio tempo meravigliarmi che osservo però altre originalità. Ad esempio vedo eseguire prima la velocità o le ripetute etc. e successivamente gli esercizi analitici, esercitazioni tra l’altro del tutto trascurate o assenti durante la fase di riscaldamento degli atleti.
Forse ricordo male ma anche in questo caso mi era stato indicato che le attività di tipo tecnico che intendono curare l’aspetto meccanico del movimento sono caratterizzate da un’alta attivazione nervosa e di norma si applicano prima del lavoro organico e non dopo, cioè quando l’atleta è ancora “fresco” e non appare affaticato.
Come avete capito sono un allenatore fortunato, alleno e mi aggiorno in diretta mentre molti dei miei colleghi, poveri comuni mortali, sono costretti iscriversi a corsi specifici per migliorare le proprie esperienze. Sono così favorito dalla sorte che ho modo di apprendere quotidianamente un sacco di cose, tutte molto distanti da quelle che mi venivano offerte quando frequentavo i corsi Federali.

Ma le novità non finiscono qui perché ho potuto notare anche una nuova e strana interpretazione della corsa.
Il rettilineo opposto sembra evolvere verso un modello tecnico di “Corsa seduta calciata avanti”, assetto che molti ritengono rischioso sotto il profilo muscolare per via dei facili infortuni nei quali si può incorrere.
Nella fase di riscaldamento si vedono poi eseguire corse “Arsenio Lupen”, cioè una corsa saltellata, silenziosa e sulle “punte” dei piedi.
Per l’ignoranza che mi caratterizza, anche questa scelta ha lasciato il mio lato tecnico se non sconvolto almeno perplesso. La corsa “in punta di piedi” si distingue nettamente da quella sull’avampiede, è caratterizzata da uno spiccato aumento dei tempi di appoggio e sollecita notevolmente soleo e gastrocnemi risultando dispersiva per via dell’andamento sinusoidale del centro di massa.

Per non risultare arcaico, prima di esprimere giudizi affrettati o troppo negativi ho così deciso di approfondire l’argomento andando a vedermi gli atleti che si riscaldavano ai campionati Italiani allievi e juniores e vi assicuro che non ne ho trovato uno che corresse in quella maniera.
E allora, adesso cosa faccio? Prendo in considerazione tutte queste novità o torno alle mie normali abitudini tecniche?

Cari amici aiutatemi, fatemi aprire gli occhi e ditemi se le nuove tendenze che osservo in campo sono valide ed affidabili oppure rappresentano un’inebriante distorsione tecnica che mi ricorda più un fedelissimo dell’imperatore Giapponese disperso da 30 anni sull’isola di Lubang che un moderno interprete degli studi di Yuri Verkhosanskij.
Vorrei però evitare di essere prevenuto e magari il solo a non percepire che l’atletica sta evolvendo verso un nuovo modello programmatico mentre io, vecchio rottame di altri tempi, resto irrimediabilmente escluso alle nuove strategie tecniche.Vi chiedo quindi un parere.

Mi sorge un ultimo dubbio: ma i risultati tecnici confermano in positivo queste nuove tesi?

 

 

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