Novembre 7th, 2016

DIARIO TREVIGIANO

A cura di Franco Piol

 

 

 

 

Maratona: Facciani e Nasef campioni italiani

In evidenza anche gli ex Slimani Benazzouz (5°) e Matteo Redolfi (15°). Primo tra i master M70 Ernesto Lot, 2° tra le master F65 Edi Cadorin

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I campioni italiani 2016 di maratona sono l’ex ponzanese  Ahmed Nasef (Atl. Desio) e Martina Facciani (Calcestruzzi Corradini Excelsior). A decretarlo è stata oggi la Sportway Lago Maggiore Marathon con partenza e arrivo da Verbania. Pioggia e una tipica giornata autunnale hanno accompagnato i 2308 iscritti alle quattro distanze previste: maratona, 33km, mezza maratona e 10km. Sui 42,195km primo atleta al traguardo è stato il keniano Paul Maina Theuri, favorito della vigilia, che ha chiuso in 2h20:25. Secondo posto per il tricolore Nasef (2h20:47) davanti al compagno di squadra marocchino Lahcen Mokraji (2h20:50). Quarto assoluto e vicecampione d’Italia è il 22enne Neka Crippa (Trieste Atletica) che, all’esordio sulla distanza, ha concluso la sua prova in 2h21:17. Completa il podio tricolore Domenico Ricatti (Aeronautica), sul gradino più basso con 2h22:42. Al femminile, la favorita keniana Mary Arenkwony Maiyo ha alzato bandiera bianca anzitempo: per lei soltanto la quinta posizione in un poco convincente 3h08:09. Primo posto assoluto e titolo nazionale alla romagnola Martina Facciani (2h43:11) distaccando notevolmente sia la seconda classificata Paola Salvatori (Us Roma 83) 2h47:39, che Claudia Gelsomino (Atl. Palzola), terza in 2h49:37.

Il 41enne di origini marocchine e monzese d’adozione Ahmed Nasef commenta così la sua vittoria tricolore: “Le condizioni oggi non erano favorevoli per correre forte, freddo, pioggia e un po’ di vento hanno inciso. Il percorso in generale è nervoso, non velocissimo, ma sono contento. Forse non ero neanche al massimo della forma, ho un personale di 2h10, ma oggi si correva solo per vincere e così ho fatto. Inoltre oggi non c’erano gruppi, ognuno correva per sé e per conquistare questo titolo tricolore. Sono contento di questo oro e adesso me lo godo”.

Brillano gli occhi della 31enne Martina Facciani che per metà gara ha corso insieme alla gemella Valentina, vincitrice quest’ultima della gara da 21,097km che si è conclusa a Stresa: “Che grande, grandissima emozione. Una gara bellissima, inseguivo questo titolo italiano da almeno dieci anni. Non posso che ringraziare mia sorella che mi ha aiutato nella prima parte di gara, ma ho cercato questa vittoria, mi sono impegnata e mi sono tolta ora un grande peso. Ultimi trenta metri con gli occhi chiusi, con le lacrime agli occhi. 2h43 non è il mio primato personale assoluto perché anni fa ho corso in 2h37, ma è come se fosse un’altra vita. Oggi c’è la Martina più adulta, che lavora come fisioterapista e nella gestione di una palestra, che ha tanti impegni, quindi il mio vero personale lo consideravo un 2h45 che oggi quindi ritengo di aver battuto”.

(ha collaborato Cesare Monetti)

File allegati:
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RISULTATI/Results

 

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MARATONA DI NEW YORK

Carlo Agostinetto

Grande 71° in 2h37. 40.

 

Si migliora di anno in anno e questa volta, primo fra i maratoneti trevigiani a New York, Carlo Agostinetto, trevigiano di Valdobbiadene classe 1980 e residente a New York, si piazza praticamente tra i primi cento assoluti, giungendo 71° con il buon tempo di 2h 37. 40. Grande, grandissimo Carlo!!!

 

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ESSERE UN GIUDICE IN ATLETICA

Un prezioso attore non protagonista, insostituibile e coerente.

Di Francesco Storgato

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Di lui nessuno se ne deve accorgere, che poi sarebbe anche giusto. Un giudice attento, capace….ma non protagonista.
L’impegno è apprezzato, ma scontato, quando tutto va bene; il programma orario rispettato, i risultati comunicati tempestivamente, un lavoro di segreteria efficiente. L’ufficiosità di un risultato importante è apprezzata, ma l’ha stabilito l’atleta e giustamente il merito va a lui.
Al contrario spesso è ritenuto il responsabile, quando non tutto fila liscio o si trova a risolvere intoppi e incomprensioni, spesso non direttamente da lui causati; ritardi per tanta partecipazione, rinvii o sospensioni causa condizioni meteo non ideali, impianti e attrezzature a volte non in buono stato.
Lo scopo della vita è creare, fare,…dare. La forza più grande dell’uomo è la sua volontà. In quanto giudici si è predisposti a pensare all’altro, un servizio gratuito da compiere nei campi gara per chi, come loro, l’atletica l’amano. Amano la sua bellezza con le divise colorate degli atleti e lo spirito di gruppo che le contraddistingue, la forza e i movimenti controllati che producono l’efficienza del gesto atletico, la voglia di confrontarsi degli atleti e la loro ricerca di migliorarsi, sapendo che la prossima volta ci sarà un’altra occasione.
Giudicare prima con conoscenza, poi con autorevolezza applicando il regolamento. Mettere fuori competizione un concorrente per una sua azione errata può sembrare crudele, ma è necessario farlo per mettere nella stessa condizione tutti nel rispetto delle regole e il giudice non gioisce per questo. Per un giudice certificare un buon risultato, un primato, un record, ma anche un minimo miglioramento da parte di un atleta è senza dubbio un compiacimento.
L’importanza del giudice è a volte sminuita da qualche tecnico o addirittura da qualche genitore con fare da protagonista. L’importanza del giudice è a volte sopravalutata da chi organizza, pensando che tocchi a lui pensare e risolvere tutto.
Un lavoro vigile, con gli addetti che posizionano gli ostacoli (giuste altezze e distanze), in pedana quando ci sono più categorie a lanciare (pesi diversi), qualche non conoscenza delle regole più sottintese, tutte cose scontate ma su cui è meglio sempre sorvegliare.
Uno dei doveri del giudice è quello di tenersi aggiornato sul Regolamento Tecnico che contiene tutte le regole da applicare, può essere rivisto con modifiche, integrazioni o nuove disposizioni. Come tutti gli esseri umani può commettere un errore ma fà del tutto per evitarlo.

IL MIO ESSERE GIUDICE

Far parte del gruppo giudici è per me un onore.
La mia disponibilità è limitata. Sono a disposizione quando non partecipano i bimbi che alleno perché li devo seguire e quando altri impegni personali non si sovrappongono. Ho cominciato a dare una mano le prime volte nelle manifestazioni provinciali del C.S.I. (Centro Sportivo Italiano), invitato dall’indimenticabile Adriano Didoné per poi ampliare anche alle manifestazioni della Fidal. Devo ammettere che è un’esperienza che mi aiuta molto sul piano personale. Essere dalla parte di chi l’atletica la vive come servizio per il protagonista …l’atleta, per chi l’atleta lo allena …il tecnico, per chi l’atleta lo accompagna … il dirigente / il genitore, per chi organizza …la società … sono tutte esigenze che mi aiutano a capirne di più e da questo ne traggo conoscenza.
L’attività in provincia di Treviso è notevole e richiede un gran numero di giudici su cui poter contare. Dalla parte dei giudici esistono ruoli e disponibilità differenti, esistono conoscenze e capacità con le nuove tecnologie che sono a supporto dei giudici stessi. Anche le manifestazioni si differenziano. Alcune sono di alto livello con la partecipazione di atleti o di società importanti dove tutto deve essere previsto, calcolato, perfetto. La maggior parte delle manifestazioni sono promozionali dove si può (o si deve) avere un atteggiamento più cordiale e incoraggiante verso gli atleti. In queste occasioni all’atleta vengono date più informazioni, si tollerano le concomitanze con gare che si sovrappongono e pur rispettando il regolamento si cerca di metterlo il più possibile a proprio agio. Mi viene spontaneo pensare all’atleta che oltre ad avere già una sua tensione emotiva, nel confrontarsi con gli altri o perché è alla ricerca di una buona prestazione, deve anche ambientarsi in un impianto che forse non conosce.
Ho sicuramente molto da imparare, dai più “vecchi” per la loro esperienza e conoscenza dei regolamenti da applicare, dai più “nuovi” con la loro dimestichezza con i sistemi informatici, ma in fondo sono consapevole che quando sono convocato posso contare su di loro.

 

 

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