Aprile 28th, 2008

“Come eravamo… 50 anni fa” 

di Franco Piol 

5) I salti: alto e asta. 

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                                                                                               Raimondo Tauro 

Scherzoso, burlone, dissacratore, è lui il protagonista nuovo dell’Italia che salta: Raimondo Tauro, uno dei tanti costretti ad emigrare dolorosamente dall’Istria, con il fardello pesante di dover ricominciare tutto da capo, lontano dalla propria terra natia (è nato a Rovigno d’Istria l’8-9-1941). Introverso, scontroso, nel tempo poi indurito dalla faticosa ricostruzione della sua vita, ha rimosso la sua bella stagione sportiva, quasi rinnegandola, ma è stato un grande della nostra atletica ed io, così voglio ricordarlo. Con 1,96 stabilisce a Belluno il limite nazionale juniores che, nel 1960 porterà a 2,00m! (e primato assoluto studentesco). Veste la maglia azzurra e quella del G.A.Treviso e maramaldeggia in tutte le gare, leggero e divertito come il suo volo sull’asticella, caustico e istrionico, come lui sa essere. Bella, per lui, e irripetibile stagione, peccato…

Gli altri sono atleti vivaci  e attivi , più vicini all’attività societaria e tra tutti G.Paolo Susini (ostacoli, salti, disco…), Orazio Scardellato, l’instancabile “studente” Giordano Cremonese nel GA.Bassano, futuro decatleta, lo stesso G.Antonio Meneguzzi, grande velocista. La “tradizione” della Marca gioiosa et amorosa per l’alto, riprende a volare,dopo gli storici Arturo Nespoli, Antonio Carrer (emigrato in Liguria), la scuola “spresianese” dell’illustre grande maestro quale fu Carlo Manzotti, e ancora Carlo Renosto e l’”oriundo” celebre Mirko Bulfoni 

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                                                                                             Paolo Cocchetto                                                       

Non da meno l’asta (è davvero un gran bel momento per la nostra atletica). L’artefice è un altro junior: Lorenzo Cuppone, azzurrino, che fa suo il primato nazionale juniores dell’asta, prima con 3,58 e poi con 3,61, seguendo la scia di piccoli ma significativi protagonisti del carambolico e primordiale attrezzo (prima della rivoluzione tecnologica di oggi), come Giovanni Visentin (3,60), Alfonso Benamati (un precursore nato a Paese nel 1917 e tra le fila delle FF.GG di Roma con 3,50),il trevigiano Silvio Gasparinetti (3,40) il coneglianese Pietro De Zan, su, su fino a risalire ad un certo Pietro Perardin (3,20 nel 1910 a Conegliano).

Insieme a Lorenzo appare già in gran forma l’astro trevigiano nascente, Paolo Cocchetto, classe 1940 (3,60) che scalerà il suo “Monte Bianco” fino all’altezza di 4,10. Come pure il giovanissimo Roberto Tomasetti, classe 1944 (già con 3,10), futuro primatista nazionale allievi (con 3,65, poi con 3,90 nel 1961).



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                                                                             Rodolfo Ceschin


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Mirko Bulfoni